Le classi Lacio Drom
Di Camilla Bernardini
Che cosa sono le Lacio Drom?
Le classi Lacio Drom nascono a seguito dell’accordo del 1965 a Roma, Pescara, Giulianova, Modena, Reggio Emilia, Lucca, Milano, Trento e Bolzano. Erano classi arrangiate nei magazzini e nei sottoscala degli istituti scolastici statali ed erano composte da bambini rom e sinti dai sei ai quattordici anni completamente analfabeti. L’educazione che veniva loro impartita era specifica e autonoma rispetto alla scuola pensata per gli altri bambini e i programmi scolastici seguiti erano basati sui risultati dei test psicologici fuorvianti cui i bambini erano stati sottoposti prima di accedere alla scolarizzazione. Più che di educazione si può parlare di rieducazione: la scuola doveva cancellare il loro essere rom e sinti e doveva imporre un nuovo modo di essere e di vivere “all’italiana”. Tramite l’educazione rivolta ai bambini si cercava poi di provocare un cambiamento anche negli adulti.
Le Lacio Drom erano classi fatiscenti e gli insegnanti spesso riportavano come problematica, oltre all’inciviltà degli alunni “zingari”, la condizioni di sporcizia e di degrado delle aule. Era un paradosso insegnare la cura per gli ambienti e per sé stessi all’interno di ambienti fatiscenti che stimolavano il comportamento opposto. Così si alimentavano gli stereotipi rivolti a questa popolazione: proprio i luoghi che avrebbero dovuto promuovere l’inclusione diventavano covi di pregiudizio e di esclusione.
Significative sono le parole di Susy Reinhardt, madre di Eva Rizzin, cresciuta negli anni Settanta del Novecento e che frequentò una classe speciale:
“Era proprio la scuola il covo del razzismo e del pregiudizio, creava forti shock psicologici in noi bambini sinti non solo perché ricevevamo un’educazione diversa dalla nostra famiglia, ma anche perché a scuola si diventava diversi. A scuola, purtroppo, non eri più un sinto ma diventavi uno zingaro dal quale era meglio stare alla larga”.
L’obiettivo che si andava a raggiungere in questo modo era solamente quello di tenuta a distanza dei rom dalla società civile. Nei racconti delle persone rom ancora oggi ricorre il ricordo dello stigma creato dalla frequenza scolastica in classi speciali etichettate come classi per zingari. Ritorna spesso il tema della scuola e dalla vergogna provata nell’entrare nelle classi speciali che sopra la porta di ingresso riportavano la dicitura “classi per zingari”. Questo sentimento di vergogna, tuttavia, non è provato solo da coloro che frequentavano le classi Lacio drom ma anche da quei bambini rom e sinti che hanno frequentato la scuola italiana recentemente nelle classi comuni.
Perché è importante oggi parlare delle Lacio Drom?
Perché riguardo queste vicende fino a qualche anno fa era del tutto assente una bibliografia critica. Per almeno un ventennio, infatti, l’unica pubblicazione scientifica, l’unico riferimento per ricercatori e amministratori riguardo ai rom, era la rivista Lacio Drom diretta da Karpati fino al 1999. Gli articoli pubblicati in questa rivista facevano riferimento ad un diverso livello intellettuale tra bambini zingari e non zingari, ed hanno portato a compiere scelte sbagliate, che hanno amplificato il pregiudizio nei confronti dei rom, anche dopo la chiusura di queste classi speciali avvenuta esattamente nel 1982. Analizzare ed elaborare il passato è allora il primo passo per fare in modo che queste atrocità non si ripetano e per prendere decisioni più consapevoli nel futuro. La scuola deve essere luogo di inclusione, luogo privilegiato della pedagogia interculturale, ma purtroppo ancora oggi per molti bambini rom e sinti è luogo di esclusione, di stigma.
Bibliografia e sitografia
L. Bravi, Tra inclusione ed esclusione. Una storia sociale dell’educazione dei rom e dei sinti in Italia, Milano, Unicopli, 2009.
E. Rizzin (a cura di), Attraversare Aushwitz. Storie di rom e sinti: identità, memorie, antiziganismo, Roma, Gangemi Editore spa, 2020.
C. Raimo, 2020, La lunga storia della discriminazione di rom e sinti nelle scuole italiane, Internazionale, https://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2020/12/12/rom-sinti-discriminazione-scuola (consultato il 23/06/2021)
0 commenti